mercoledì 29 febbraio 2012

IL WELFARE CHE FU


Oggi, è apparso su Repubblica, un articolo di Barbara Spinelli, quasi una risposta a Mario Draghi.
Effettivamente, le argomentazioni della Spinelli sembrano ragionevoli, sono certamente apprezzabili, ma io rimango dell’opinione di Draghi, che cioè il welfare state all’europea sia morto e sotterrato.
Non equivocate, per quelli della mia generazione, cresciuti a latte e welfare, è ben duro dovere prendere atto della situazione attuale, ma servirebbe a qualcosa nascondersi la realtà?
Il capitalismo dal volto mite, quello che seguendo Keynes, Beveridge e Roosevelt ha dominato dal dopoguerra fino agli anni settanta, è finito da un pezzo, distrutto dalle insufficienti difese che una sinistra presto priva della presenza dell’URSS, una continua minaccia per il mondo capitalistico, ha apprestato all’ondata liberista.
Certo, ci sarebbe da ironizzare sul concetto che questi banchieri hanno del nuovo mondo, che in realtà somiglia tanto all’Inghilterra descritta dai romanzi di Charles Dickens. Alla fine, mi pare che si stia solo chiudendo una parentesi per quanto lunga, in cui i capitalisti hanno moderato i loro appetiti perché la miseria lasciata dalla guerra e i contemporanei sviluppi della tecnologia assicurava un tale tasso di crescita che ce n’era ad abbondanza per tutti...

martedì 28 febbraio 2012

COSA CI INSEGNA LA LOTTA NOTAV

I fatti sono noti. Uno dei leader del movimento NOTAV si è arrampicato su un traliccio dell'alta tensione a scopo dimostrativo. La polizia solertemente, senza neanche aspettare un attimo, lo ha inseguito lungo il traliccio, e l'attivista ha continuato a salire dando seguito alla minaccia che aveva fatto affinchè smettessero di inseguirlo.
Vediamo ora di capire che cosa possiamo desumere da questi fatti la cui dinamica mi pare nessuno contesti. 
Da una parte abbiamo quindi il potere costituito che, allo scopo di perseguire i suoi scopi, non esita ad utilizzare tutte le armi a propria disposizione. Anzi, direi che vi è anche un elemento di esternazione, di mostrare la propria inflessibilità come elemento di dissuasione. 
Questo potere, è bene precisarlo, ha ormai una caratteristica globale, o almeno una dimensione europea. Il governo italiano di turno, nel momento in cui subisce l'azione contestatrice dei cittadini, per non indietreggiare, utilizza questa dimensione dell'europa come puntello, come una mamma che per farsi ubbidire agita lo spettro degli orchi e delle streghe. A differenza però del caso degli orchi, l'europa e le sue istituzioni esistono davvero e certamente sono parte integrante del circolo di interessi che ruotano attorno a simili grandi opere. 
La cosa che però più mi interessa, e credo dovrebbe interessare tutti, è l'altra parte, quella dei contestatori, di coloro che si oppongono. 
Già quando si parla di opposizione, sorge il problema di una migliore specificazione di chi sia il soggetto che si oppone, e dell'oggetto dell'opposizione. 
Ora, ciò che mi pare si dovrebbe apprendere dai fatti di ieri in Val di Susa è che il potere non intende arrestarsi, non intende neanche operare ripensamenti parziali, esso va avanti implacabilmente stritolando tutto ciò che gli si oppone. I commenti più frequenti che sento da parte di politici e giornalisti è che bisogna che la gente si convinca che ormai le opere di realizzazione della TAV sono state decise irreversibilmente e che è vano opporvisi.
C'è qualcosa di vero in tutto questo, nel senso che di fronte ad una ricca torta di 17 miliardi di euro gli interessi a metterci le mani da parte dei grandi capitalisti sono così grandi, soprattutto in presenza di una crisi così profonda, che qualunque mezzo per giungere all'obiettivo sarà usato senza alcuna esitazione...

lunedì 27 febbraio 2012

I FISCHI A NAPOLITANO ED IL MERCATO


Ci volevano proprio il carattere e la determinazione dei sardi perché si uscisse da questo strano clima di unanimità e di falsa concordia nazionale con i fischi recentemente tributati a Napolitano.
Il Presidente può certamente affermare di non essere il rappresentante delle banche, ma gli verrà certamente più complicato spiegare perché faccia e dica le cose che ci si potrebbe aspettare proprio dall’establishment bancario.
Il problema, Presidente, non è cosa Lei sia soggettivamente, ma certi aspetti oggettivi che non possiamo nascondere sotto il tappeto degli interessi nazionali. Presidente, svolgere il ruolo di salvatore della patria è un mestiere ben duro, bisogna quindi che Lei porti pazienza, spieghi ad esempio perché un lavoratore dovrebbe giudicare in maniera differente il rimanere disoccupato se fa parte di un pacchetto di provvedimenti per ridurre il deficit di bilancio, o il rimanerlo in seguito a un default del bilancio statale.
Presidente, certamente mi sbaglierò, ma mi pare che in Grecia sia già andato in onda l’esperimento che voleva risolvere i problemi di quel paese con misure di grande rigore finanziario: quelle misure stanno portando quel paese sul ciglio del baratro ed ormai nessuno lo nega, neanche quei politici che hanno spinto verso questa situazione. Tutto ciò che si riesce a fare è soltanto ritardare il momento del default per l’ovvio motivo che il rapporto tra un debito che non può essere ridotto, ma al massimo si può mantenere costante, ed un PIL in picchiata a causa proprio delle misure di rigore finanziario, tende ad aumentare e non a ridursi, come quando si tenti di sciogliere un nodo ed invece lo si stringa sempre più fino al soffocamento...

sabato 25 febbraio 2012

MA I MINISTRI-PROFESSORI NON PARLANO MAI DI UNIVERSITA'?

Oggi, mi voglio consentire qualche riflessione che riguarda il mio ambito di lavoro, l'Università.
Mi pare doveroso ricordare che ancora oggi il sistema universitario soffre a causa di una severa riduzione dei fondi statali attuata dal precedente governo Berlusconi ed in particolare per decisione personale di Tremonti.
Proprio Tremonti è stato oggetto di numerosi attacchi per queste sue scelte per la conseguenze infauste che esse hanno causato nel funzionamento stesso degli Atenei.
Per farvi capire come stanno le cose, si deve considerare che gli Atenei fanno grande fatica a contenere sotto il 90% la parte delle risorse ordinarie (FFO, fondo di funzionamento ordinario) destinata al pagamento degli stipendi del personale.
Tale voce è ovviamente incomprimibile se non tramite l'eliminazione del turnover, che ad ogni modo richiede un'attenta programmazione.
Col restante 10% bisogna pagare la pulizia, la manutenzione degli edifici, l'eventuale affitto di locali non di proprietà dell'ateneo, le bollette dell'acqua, dell'energia elettrica, del gas e altri combustibili per il riscaldamento invernale degli edifici. Pare abbastanza evidente che una riduzione apparentemente modesta dei fondi disponibili, si amplifica di dieci volte visto che si applica soltanto a quanto non è stipendio, rendendo difficile in alcuni casi perfino l'apertura dei locali per taluni atenei, e sostanzialmente nulle le somme destinate specificamente all'attività scientifica.
Per completare il quadro, bisogna altresì considerare che le innovazioni introdotte dalla legge 240/2010 (la cosiddetta legge Gelmini) hanno intensificato una tendenza già in atto a concentrare in poche mani i pochi finaziamenti alla ricerca tuttora disponibili, secondo la logica, per me aberrante, ma qui non argomenterò in proposito, dell'eccellenza. 
Tutto ciò conduce paradossalmente rispetto alle sue pretese di migliore utilizzo delle risorse, a sprecarle, in quanto costringe una parte significativa del corpo docente a una forzata inattività dal punto di vista scientifico, e destinandolo a un esclusivo utilizzo in ambito didattico...

mercoledì 22 febbraio 2012

ESSERE TANTO, TROPPO, SCHIFOSAMENTE RICCHI

Dunque, ora lo sappiamo, abbiamo a che fare con un governo composto da super-ricchi. Poco importa se molto verosimilmente anche i passati governi fossero composti prevalentemente da gente con tali redditi da capogiro, rimane il fatto incontestabile che questi guadagnano tantissimi soldi. 
Così, la più riccona tra questi ricconi, la Severino, si è sentita in dovere di spiegarci che non c'è nulla di male a guadagnare tanto, purchè ciò avvenga onestamente.
Eppure, io avrei da obiettare a questa esternazione del ministro.
Io credo in verità che debba esistere una misura nelle cose, che i guadagni debbano confrontarsi con almeno due aspetti. L'uno riguarda la spiegazione del valore orario dell'attività di una determinata persona, mentre l'altro, che poi a me appare il più importante, è lo sbocco, cioè l'utilizzo possibile di tutti questi soldi. 
Partiamo quindi dal primo aspetto per verificare ancora una volta la fragilità del pensiero liberale. Seppure i principi di eguaglianza sembrerebbero dover garantire uguale dignità a tutte le persone, essi non pongono limite alcuno a quanto un singolo individuo possa guadagnare, ed anzi comunemente si considera un requisito di libertà questa illimitatezza del possibile reddito lecito. 
Il punto a cui il liberalismo non può dare alcuna risposta minimamente convincente, è perchè nel corso del tempo il rapporto massimo tra retribuzioni, che negli anni '50 non varcava mai la soglia sacra del valore cento (in realtà rimanendo comunemente ben al di sotto di questa stessa soglia), l'abbia poi abbondantemente sfondata raggiungendo anche valori superiori a mille. Cosa mostra questa evoluzione nel rapporto tra estremi di retribuzione se non che esiste un elemento che non corrisponde ad alcuna razionalità che determina i comportamenti individuali, totalmente trascurata dalle teorie liberali?
Andiamo adesso al secondo aspetto. Farò a questo proposito un giochino. Dividiamo innazitutto il reddito annuo per i giorni dell'anno, e otterremo naturalmente il reddito giornaliero. Pensiamo adesso alle nostre funzioni fisiche primarie, e così potremo dedurre di quanti soldi disponiamo per ciascuna di tali funzioni...

martedì 21 febbraio 2012

GERMANIA KO

Dunque, le cose si vanno chiarendo, la trasferta di Monti negli USA non è stata certo una gita turistica, Monti è andato lì per concordare (a prendere ordini, qualcuno più malizioso potrebbe dire) con Obama e con l'establishment finanziario che lì ha i suoi massimi vertici una strategia per accerchiare ed isolare la Germania, che davvero oggi appare avcere una guida del tutto sprovveduta, come le cose mostravano, ma come non volevo credere. 
La lettera firmata da ben dodici paesi europei, inclusi significativamente l'Italia e il Regno Unito di Cameron, è oggettivamente una messa sotto stato di accusa della politica economica sin qui portata avanti dal direttorio Francia - Germania, nazioni con i rispettivi leader che ne escono così severamente ridimensionati, ed apparentemente non in grado di riprendere l'iniziativa. 
Ciò a sua volta significa che la Germania non aveva una sua valida strategia non solo nel merito dei provvedimenti da adottare, ma anche a livello di alleanze. Non è che fosse difficile vedere la pochezza di un personaggio politico quale la Merkel, ma pure era lecito supporre che almeno a livello di amministrazione statale ci fosse una certa competenza. La verità viene ora a manifestarsi, indicando impietosamente come tutto fosse costruito sokltanto sfruttsando la debolezza degli altri. Ciò spiega anche le fortune del tutto transitorie di Tremonti, un gigante nel vuoto di idee e di competenze di un'intera classe politica europea. Ci sono episodi significativi che danno la misura della vertiginosa pochezza di costoro, quando i socialdemocratici nel parlamento europeo riservano una standing ovation a Monti, un gesto che significa che siamo proprio alla frutta: pensate, un partito socialdemocratico europeo fatto da tanti cloni di Veltroni con la loro inconcludente visione politica, una forte dose di ambizione narcisistica personale, mescolata con un fatuo progressismo privo di contenuti reali. 
Alla fine, la strategia della Merkel si sostanziava nell'isolare i cattivi Berlusconi e Cameron, l'assoggettamento per motivi di debolezza politica e per motivi contingenti dovuti alle prossime elezioni presidenziali, di Sarkozy, e l'appoggio implicito dei paesi "virtuosi", in gran parte quelli dell'ex-oltrecortina. 
Forse, se la partita si fosse giocata tutta all'interno dell'Unione europea, questa strategia avrebbe avuto qualche speranza di successo, ma i tedeschi hanno sottovalutato il coinvolgimento di Washington, e quando si muovono gli USA, allora la bilancia si sposta molto spesso dalla loro parte...

sabato 18 febbraio 2012

PD, PDL, UDC: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

Insomma, ci sono tre partiti che assieme sostengono il governo Monti, ed adesso questi stessi tre partiti si sono accordati su una modifica della costituzione. 
A questo punto, ha senso che ancora neghino di costituire una maggioranza? Se ancora l'appoggio a un governo così fuori dal comune poteva permettere queste strane dichiarazioni sulla differenza tra il costituire una maggioranza ed appoggiare lo stesso governo, vorrei sapere adesso come si possa ancora di fare di queste sottili differenze, visto che comunque essi hanno scelto di fare un accordo preliminare tra loro, il che implica l'escludere tutti gli altri. 
Nel merito, visto che ancora un mese fa si parlava di dimezzare il numero dei parlamentari, quella proposta sembra più una controriforma che una riforma, data la riduzione davvero modesta che viene prevista. E non mi si dica che poco è melgio di nulla, perchè una modifica del testo della costituzione non è una cosa che si possa fare spesso, anzi direi che bisognerebbe evitare questi continui interventi. Così, mi pare sia una richiesta minima che quando si cambia, che si cambi come si deve. 
Dilettanti allo sbaraglio direi, tra un PD pusillanime, un PDL alla ricerca di un suo modo d'essere senza Berlusconi, e un terzo polo che pur avendo la carte migliori, stenta ad utilizzarle appropriatamente: davvero, questi improvvisano perchè non sanno assolutamente cosa fare, strategia zero. 

giovedì 16 febbraio 2012

UN CONTRIBUTO DA CICALESE SULLA CRISI

Voglio oggi linkarvi un articolo di Pasquale Cicalese, apparso sul web proprio oggi, che riassume brevemente la storia della crisi, ed indica alcuni possibili scenari futuri. 
Da parte mia, penso che la sintesi lì realizzata sia davvero apprezzabile, e vorrei anche aggiungere che mi pare di dovere condividere totalmente ciò che dice l'articolo che cito, sul fatto che Europa ed USA stanno facendo tutto ciò che possono per rinviare il tracollo prossimo venturo, ma ciò che possono non è abbastanza, una volta che si debba rimanere nel solco già tracciato di una crescente ricchezza di coloro che ricchi lo sono già. 
Sono alquanto più perplesso invece rispetto all'articolo, sulla reale possibilità che i paesi BRICS, il Giappone e tutti coloro che stanno fuori dagli scranni più alti, riescano nel tentativo, in qualche modo anch'esso disperato, di trovare un loro equilibrio che prescinda da chi determina i mercati fiannziari globali. Secondo me, ci sarà un tale big bang che nessuno si potrà salvare, l'onda d'urto sarà potente e si propagherà sull'intero pianeta. Il giorno dopo certo, si dovrà ricominciare. In questo senso, non v'è dubbio che i paesi BRICS si troveranno in una situazione migliore della nostra. 
Credo anche che sarebbe saggio se anche il nostro paese pensasse a come non subire danni troppo profondi e troppo estesi nel tempo da questo default globale.

mercoledì 15 febbraio 2012

UN FELICE ADDIO ALLE OLIMPIADI ROMA2020

Posso dire che sono contento che Roma non sarà candidata ad organizzare le Olimpiadi 2020? 
Vorrà dire che riesco anche ad essere d'accordo, almeno in un'occasione con Monti. 
In realtà, io sono contento da un punto di vista differente, non credo proprio che Monti potrebbe concordare con tali motivazioni. 
Le mie di motivazioni prescindono dalle convenienze economiche, dal conto del dare e del ricevere. No, io sono contrario a tutto questa frenesia gigantistica, all'EXPO come alle Olimpiadi. Io penso dal punto di vista di un semplice cittadino romano, e dai notevoli disagi che subirebbe. Prima, ci saranno i lavori preparatori, la costruzione di edifici per ospitare i giochi, ma anche per alloggiare i partecipanti, e poi gli interventi di viabilità...

martedì 14 febbraio 2012

DALLA GRECIA ALL'EUROPA: UN PANORAMA POLITICO DEVASTATO

Ieri, ho seguito la consueta puntata del lunedì del talk-show di Lerner, principalmente dedicata ai fatti della Grecia.
Lerner si è premurato di raccogliere molte e significative presenze in trasmissione, ma io mi chiedo a cosa servano tali presenze se poi le persone coinvolte non vengono adeguatamente incalzate a dare le risposte che tutti si aspettano da loro.
In particolare, consideriamo il caso della deputata greca del Pasok che ha votato le misure draconiane richieste dalla troika alla Grecia. Io credo che sarebbe stata un’occasione importante per capire cosa possa convincere un delegato del popolo in un’occasione così storica a votare in maniera opposta a quanto gli viene richiesto da una piazza gremita e molto coinvolta. Avrei voluto sapere da questa signora quale sia stato il percorso di pensiero e lo stato emotivo in cui sia maturata la convinzione di scegliere a quel modo, di assoggettarsi al diktat. Niente di tutto questo, poche parole che non spiegano nulla, del tipo che tra un fallimento certo ed immediato ed uno posticipato ed ancora forse evitabile, ha scelto quest’ultima opzione.
Il punto, cara deputata greca il cui nome non ricordo, è che non esiste una singola persona al mondo che abbia una minima competenza di economia che pensa che quel fallimento sia ormai ancora evitabile e che comunque proprio quelle misure votate dal parlamento greco domenica possano raggiungere questo scopo.
La troika ha detto che se la Grecia vuole quei 130 miliardi di euro, deve adottare certi provvedimenti e certe procedure, compreso l’impegno scritto da parte dei partiti che manterranno gli impegni domenica assunti anche dopo le elezioni che si terranno in primavera, un impegno che davvero va oltre ogni possibile concezione comunemente accettata di democrazia parlamentare. Bene, a quanto pare la deputata non si è resa ancora conto che se al suo paese si richiede di contrarre la domanda tramite i tagli ai salari e i tagli ai dipendenti statali, e nello stesso tempo il cosiddetto mercato impone il pagamento di interessi dell’ordine del 70% annuo sui titoli emessi a copertura del debito pubblico, i conti non poteranno che andare progressivamente peggiorando, determinando quindi un fallimento a scoppio ritardato...

sabato 11 febbraio 2012

LA GERMANIA E LA GRECIA UTILIZZATA COME GRIMALDELLO CONTRO L'EURO

Vediamo di riassumere i fatti, tentando di conferire loro un minimo almeno di razionalità. 
Alla Grecia è stato dato un ultimatum: se vuole aperta una nuova linea di credito, deve operare dei tagli di bilancio. 
Bene, sappiamo tutti che senza i nuovi crediti erogati, la grecia va in default, come tutti sanno, anche se non tutti lo dicono, che i tagli già operati hanno danneggiato profondamente l'economia di quel paese e di conseguenza la sua possibilità di uscirne fuori e quindi anche di restituire i crediti ricevuti. 
Ergo, mi pare che siamo tutti autorizzati a considerare i tagli richiesti come un trucco perchè la grecia sia costretta a rifiutare i crediti proposti e che quindi la soluzione voluta sia quella del suo default. 
Nella stessa giornata di ieri, la Merkel ha dichiarato con grande fermezza che un default della grecia metterebbe seriamente in pericolo l'area dell'euro. Se due più due fa quattro, ciò può significare soltanto che le condizioni capestro richieste alla grecia servano infine a far saltare lo stesso euro. In  sostanza, la germania svolgerebbe un gioco molto sporco, in quanto, avendo già deciso di farla finita con la moneta unica, fa di tutto per attribuirne la responsabilità ad altri, tentando di presentarsi come una vittima e non come l'artefice del suo affossamento...

venerdì 10 febbraio 2012

MONTI NEGLI USA: LE RAGIONI DI UN TRIONFO


Molti titoli dei quotidiani di oggi sono dedicati alla trasferta americana di Monti e al suo trionfo, e mi sto riferendo non esclusivamente ai quotidiani italiani.
Io mi chiedo però dove stia la notizia, se non vi è qualcosa di prevedibile, direi perfino di scontato in questa accoglienza così positiva che riceve il premier italiano nel centro dell’impero.
Dovremmo io credo contestualizzare, ricordare in che genere di guai tremendi si trovi questo centro dell’impero, con un presidente fortemente azzoppato che ha definitivamente rinunciato a quasi tutte le promesse fatte al momento della sua candidatura, che tra qualche mese si troverà a duellare con dei candidati repubblicani che non è per niente esagerato definire fascisti, che portano avanti tesi deliranti. Siamo negli USA davvero nella stagione dei “dilettanti allo sbaraglio”: da una parte un presidente che appare ormai come un patetico buffone, e dall’altra parte degli avversari così ultrareazionari nelle loro tesi che una volta insediati dovranno anch’essi rimangiarsi tutte le frottole con cui riempiono la loro campagna elettorale. D’altra parte, la Casa Bianca non rappresenta più il centro del potere mondiale, bisogna andare un po’ più a nord, dalle parti di Manhattan e di Wall Street per trovare il vero centro del potere mondiale.
Ancora a fini di contesto, non è possibile dimenticare che Monti è uno dei “boys” della Goldman & Sachs, assieme all’altro Mario che si è insediato nel più alto scranno della BCE, Mario Draghi. Insomma, per l’establishment finanziario USA, Monti e Draghi sono due di loro, quella è la loro formazione, quella è la forma mentis da cui, una volta formati, è difficile se non impossibile uscire. Per chiarire ulteriormente, se poi si riesce ad uscire dalla forma mentis, si esce anche dall’establishment.
Ora, noi, proprio perché siamo così vicini, non ce ne rendiamo conto, ma in Italia sta avvenendo un esperimento davvero innovativo, come cioè innestare senza attuare alcun colpo di stato, un potere estraneo al mondo della politica dei partiti, e farlo con l’assenso di quegli stessi partiti che sono stati privati del potere, e inoltre sotto la regia di un Presidente della Repubblica così interno al sistema dei partiti che sarebbe difficile trovarne uno che lo sia più di lui.
Si tratta quindi di un esperimento innovativo sotto il profilo politico-istituzionale. In realtà, gli aspetti innovativi non si limitano a ciò, ma investono anzi direi soprattutto l’aspetto più propriamente economico. Anche qui, dall’interno del nostro paese non è così facile rendersene conto, ma in Italia sta avvenendo qualcosa di inedito.
USA e Regno Unito hanno imboccato con decisione la strada della cura dell’eccessiva liquidità con ulteriore liquidità, ad un sistema bancario tecnicamente fallito per la lievitazione nella quantità di titoli emessi, si continua a fornire liquidità rinviando il momento in cui ciò non sarà più possibile perché anche il denaro smetterà di avere valore.
La Germania fa finta di non vedere il problema e si occupa solo del debito pubblico, verso cui manifesta il rigore più assoluto, mentre non esita un istante a coprire contemporaneamente il debito privato...

giovedì 9 febbraio 2012

A PROPOSITO DEI FINAZIAMENTI AI PARTITI


Ho sentito Bersani in un’intervista che minacciava a destra e manca a proposito dell’affaire Lusi. Egli diceva con fare particolarmente aggressivo che il PD con questa faccenda non c’entra niente. Eppure, è facile dimostrare il contrario, basta considerare una cosa abbastanza ovvia, che il coinvolgimento non significa necessariamente accusare di furto tutti quanti. Il punto è che la stessa decisione di non occuparsi come nuovo partito dei cosiddetti rimborsi elettorali (finanziamenti a tutti gli effetti) a partiti ormai defunti, è un coinvolgimento perché fa finta di non vedere ciò che in realtà non si può nascondere, che di quei soldi non solo non si può fare un uso lecito perché manca la finalità dichiarata, coprire spese per un’attività politica che un partito ormai inesistente chiaramente non può avere, ma che non lo si può neanche supporre in via ipotetica.
Naturalmente, va chiarito che questioni analoghe si pongono anche altrove, e sicuramente per quanto riguarda AN e Forza Italia, anch’esse tuttora beneficiate di ingenti fondi a spese del contribuente per usi che dichiaratamente devono essere illecite.
Questi partiti insomma, nel migliore dei casi con un benevolo far finta di non vedere, sono a tutti gli effetti delle organizzazioni a delinquere, e così si comporta il Parlamento nell’attuale composizione, elargendo a destra e manca soldi senza alcuna giustificazione minimamente lecita.
La legittimazione di un organo costituzionale non può essere affidata una volta per tutte al suo ruolo istituzionale che teoricamente può essere il più alto possibile, deve anche essere garantito da una pratica conseguente. Nel momento in cui un organo costituzionale dimostra di approfittare dei poteri ad esso concessi dall’ordinamento vigente, è come se attentasse alla costituzione. Che un parlamento legiferi in modo da sollecitare comportamenti criminali rappresenta quindi anche un attentato allo stesso ordinamento che gli ha concesso questo potere, è un tradimento del proprio ruolo e quindi oggettivamente un mettere in pericolo quello stesso ordinamento costituzionale...

martedì 7 febbraio 2012

FRAGILITA' DELLE NOSTRE SOCIETA' DI FRONTE ALLE EMERGENZE

E' di grande attualità il dibattito sulle conseguenze del maltempo e delle manchevolezze dell'organizzazione statale nell'affrontare l'emergenza. 
Senza alcun dubbio le polemiche su specifche manchevolezze sono giustificate e financo necessarie, ma qui desideravo sviluppare una riflessione differente. 
Riflettevo sulla fragilità complessiva delle società contemporanee, come conseguenza della dipendenza delle singole famiglie da servizi centralizzati, ma anche, e questo è l'aspetto che mi sembra più interessante, da un atteggiamento psicologico individuale, che confida sempre su una soluzione dei problemi affidati ad altri, al proprio esterno. 
In un certo senso, in città, in una metropoli come Roma, è inevitabile che la diomensione stessa della comunità, una convivenza così ampia e fitta richieda una centralizzazione dell'organizzazione. Che, d'altra parte, le autorità municipali siano incapaci all'uopo non dovrebbe costituire novità, i problemi della mobilità ad esempio, tra le questioni di maggior rilievo, non sembrano aver trovato finora adeguata risoluzione da parte dei sindaci che si succedono alal guida dei grandi centri urbani. Io credo che un sano scetticismo nei confronti del proprio sindaco sia salutare e che ognuno dovrebbe da sè considerare le conseguenze di una nevicata di grandi proporzioni che era stata largamente prevista...

venerdì 3 febbraio 2012

GLI ERRORI DI MONTI: L'INIZIO DI UNA DEBACLE?

Mi pare proprio di dover affermare che per Monti questa settimana in corso sarà ricordata come la peggiore da quando egli è premier.
Gli episodi che si ricordano sono la sfortunata espressione da lui utilizzata a proposito del lavoro non precario e la disavventura parlamentare con l’approvazione della norma sulla responsabilità individuale dei magistrati.
Io non voglio mettere in dubbio la rilevanza dei due episodi né la loro negatività, ma trovo davvero sbalorditivo come in questo modo si taccia sul fatto sicuramente più importante di questa settimana, di quanto cioè avvenuto in sede di vertice europeo.
Non solo in tale vertice la Merkel è riuscita a fare passare in maniera pressoché integrale il punto di vista tedesco, imponendo a tutti (tranne Regno Unito e Repubblica Ceca che si sono abilmente sfilati) una corazza che soffocherà tutti quanti e di cui ho scritto nel precedente post, ma lo stesso Monti ha avuto la tracotanza di tenere una conferenza stampa in quella stessa serata per sottolineare come era andata bene all’Italia...

mercoledì 1 febbraio 2012

IL FISCAL COMPACT COME MANIFESTAZIONE PAROSSISTICA DEL LIBERISMO

La situazione si va sempre più radicalizzando. 
Di fronte a una platea sempre più instupidita, che pensa a Monti come quel signore per bene che ha sostituito quel gran cafone di Berlusconi, così presa da questo confronto essenzialmente estetico tra il vecchio e il nuovo premier, si sta consumando l'attacco parossistico probabilmente finale da parte del neoliberismo. 
Siamo così obnubilati da decenni di odio verso il berlusconismo, che la rivoluzione che sta oggi avvenendo sotto i nostri occhi, non viene percepita. Eppure, oggi si sta fissando il ferreo quadro istituzionale che domani ci vincolerà a comportamenti neoliberisti. In altre parole, non basterà che alle elezioni venga fuori una maggioranza contro tale ondata neoliberista, perchè è già partita la rpocedura per introdurre in costituzione l'obbligo del pareggio di bilancio, la più idiota e micidiale norma che si poteva inserire. Inoltre, nel recente vertice europeo, si è definito un nuovo trattato, chiamato fiscal compact, che vincola anche a livello europeo il comportamento dei singoli stati a regole di bilancio che vanno in questa direzione. 
Senza alcuna fondata giustificazione teorica, e senza alcuna verifica sperimentale, si va negando lo stesso concetto di stato sovrano, perchè nella storia dell'umanità il concetto di sovranità si è sempre accompagnato alla facoltà propria del sovrano di avere il privilegio unico di potere stampare moneta, e cioè di potere contrarre debiti teoricamente illimitati...