mercoledì 30 settembre 2009

SOCIALDEMOCRAZIA E POLITICHE ECONOMICHE

I risultati delle elezioni tedesche, a mio parere, meriterebbero una maggiore attenzione perché presentano degli aspetti di interesse per tutta Europa, e quindi anche per la situazione politica italiana. Cosa è successo in Germania? In sostanza, si è avuto un successo elettorale del Partito Liberale, collocato alla destra della CDU della Merkel, e anche del partito collocato più a sinistra e di quello dei verdi. Il successo di queste tre formazioni politiche è avvenuto, tranne che per una quota piccola pagata dalla CDU, a scapito della SPD, lo storico partito socialdemocratico tedesco. Si potrebbe, mi pare, ragionevolmente concludere che l’aspetto più significativo sia quindi costituito dall’insuccesso di dimensioni storiche (mai tanti pochi voti dal 1949) della SPD, in presenza di un quadro politico sostanzialmente stabile nel senso sinistra-destra (i voti in più dei liberali controbilanciati dai voti in più delle due formazioni di sinistra). Ciò che fa ulteriormente risaltare questo aspetto è che il risultato delle elezioni politiche tedesche va a confermare il risultato delle recente elezioni europee, e certo non solo in Germania. Quelle elezioni avevano segnalato una crisi generale della socialdemocrazia europea. Si capisce così, come con un simile precedente, il risultato di domenica appaia come una conferma molto significativa. Questi sono i dati elettorali: quale si può considerarne il significato politico connesso? Il mio parere è che si tratti di una crisi storica, in qualche misura irreversibile. Difatti, tutti noi, guardando alle politiche economiche dei governi di centrodestra e centrosinistra che si sono succeduti negli ultimi decenni, non riusciamo ad individuare un punto di discrimine netto tra le due differenti coalizioni. Diciamo che un po’ tutti i governi ad egemonia socialdemocratica in tutta Europa hanno finito con lo sposare le politiche neoliberiste che sono state in voga, a partire dagli USA di Reagan e Bush, durante tutto questo periodo. Durante un interessante dibattito a cui ho partecipato proprio oggi (qui), si è giustamente detto che la sinistra si è mostrata da una parte incapace di differenziarsi dalle destre nella gestione dell’esistente, dall’altra incapace di elaborare un suo progetto di trasformazione dell’esistente. La sinistra ha basato tutto sulla difesa di alcuni temi libertari tradizionali, considerati come il punto di differenziazione rispetto alla destra. Ebbene, questo giochetto, ora sembra estremamente chiaro, non funziona.

Lascio da parte tutte le questioni riguardanti la sfera delle libertà e dei diritti personali, su cui, come forse alcuni tra i miei lettori più attenti sapranno, ho delle idee “particolari”, e che porterebbero la discussione su tutt’altro versante.

Torniamo quindi alle questioni di politica economica che, se da una parte, come sostengo nel mio libro tendono a soffocare la politica, d’altra parte non possono comunque essere eluse: sembra ovvio che non si da’ governo di una comunità senza affrontare esplicitamente i temi economici. Il lato paradossale dei decenni passati è che la così sbandierata politica economica non è stata fatta da nessun governo, o meglio è stata fatta da qualcuno per tutti. Chi ha stabilito la politica economica mondiale? L’ha stabilito una congrega di grandi capitalisti mondiali e di alcuni selezionati grandi protagonisti politici. Sia chiaro: tali congreghe non rappresentano le fantasie di alcuni comunisti che hanno la mania dei complotti. Sono perfettamente reperibili in rete nomi ed informazioni di base di questi circoli estremamente riservati, non si tratta di associazioni segrete, ma è segreta la loro attività effettiva.

La loro capacità di determinare l’attività economica di quasi tutto il globo non ha richiesto la consapevole complicità dei governi di tutto il mondo. E’ bastato infatti liberalizzare il movimento dei capitali, e poi tutto è stato facile. Difatti, la sovranità stessa dei vari governi è stata annullata attraverso due differenti meccanismi. Da una parte, i grossi capitali mondiali hanno potuto colpire specifici paesi con la forza della loro enorme consistenza, per manifestare il proprio disappunto verso specifici provvedimenti di carattere finanziario e fiscale, dando una specie di ultimatum ai governi coinvolti. Da un’altra parte, sono stati anche i singoli investitori che, spostando i propri fondi sulla base dei trattamenti ad essi riservati, hanno pesantemente condizionato anch’essi le politiche finanziario-fiscali.

L’aspetto più vistoso di questa sostanziale incontrollabilità degli attori finanziari mondiali è quella che si è manifestata sotto forma della presente crisi economica mondiale.

Seppure oggi i governi mondiali sembrano porsi il problema del dominio di simili fattori, in realtà le misure adottate vorrebbero al più evitare queste situazioni estreme, ma mai metterebbero in dubbio o in forse il fattore che sta alla base di tutto questo: il libero spostamento dei capitali.

9 commenti:

  1. Il potere politico è sempre nelle mani del potere economico... i politici possono giocare al loro teatrino solo dopo aver garantito gli interessi dei grandi capitalisti... lo so che è una semplificazione... ma mi piace tanto!

    mirco

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  2. Oramai certi poteri sono tali he i Governi dovrebbero davvero farsi forza e compiere atti coraggiosi. Per farli e cercare di limitare il potere di gruppi economici davvero senza scrupoli e di grande forza, dovrebbero essere anche seguiti e stimati dalla gente. Aggiungo che il signoraggio, che per alcuni é un falso problema ma che invece ritengo non sia da sottovalutare, é un altro aspetto molto inquietante di una realtà che vede gli Stati sempre più ricattabili e succubi dell Banche mondiali nonché di multinazionali senza scrupoli.

    Ci vuole coraggio e coralità internazionale per ribaltare tutto questo. E questa forza, ad oggi, non c'é.

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  3. @Gio
    Tu che hai letto il mio libro, sai già come la penso: che dentro un mondo guidato da una logica capitalistica, la specie umana non potrà sopravvivere, perchè inevitabilmente esaurirà ogni tipo di risorse naturali, qualunque sia lo sviluppo tecnologico che immaginiamo.
    Le risposte che vedo, anche quelle che sembra proporre Obama, sono assolutamente inadeguate all'altezza del compito. La carica anarchica del capitalismo deve essere controllata da un sistema di pianificazione mondiale, in grado di soppesare risorse prelevate e risultati ottenuti, e distribuire il tutto in maniera equa. Pensare che il mercato spontaneamente possa evitare il tracollo, è un'ipotesi del tutto fideistica, non basandosi su nessuna considerazione neanche vagamente logica.

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  4. @Mirco
    I capitalisti cattivi non sono una favola. Solo, bisognerebbe aggiungere che non sono soltanto cattivi, sono anche profondamente stupidi perchè trascineranno loro stessi nel tracollo che inconsapevolmente preparano (vedi la 'ndrangheta che si ritiene responsabile delle varie navi dei veleni che si vanno ritrovando nelle acque proprio antistanti i luoghi che essi stessi abitano).

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  5. @Daniele
    Concordo con tutto quello che dici. Una capacità di ribaltamento di un ordine mondiale così fermamente consolidato può essere ottenuto solo attraverso una vera e propria rivoluzione culturale, a partire da un'ideologia che collochi le esigenze ambientali al primissimo posto.
    Una "ideologia verde" insomma :-D

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  6. Sergio Ferrari dice: "Inoltre nel caso italiano non c'è solo la crisi politica del centrosinistra, c'è una crisi economica e sociale specifica che ha avuto proprio in questo centro sinistra uno dei responsabili"; da cosa arriva questa affermazione? alla quale io non credo!
    Al di là di un discorso più generico sul capitalismo, che qui tutti conosciamo, io credo che alle porte del 2000 c'era un'Europa che si stava unendo in una moneta unica e diventava più forte, e questo ha preoccupato un'America che ha visto un cambio sfavorevole al dollaro, per le proprie esportazioni.
    Il fatto è che in Italia, nel nostro cambio, non c'è stato un controllo sui prezzi (il governo subito dopo era di una destra che l'euro non l'avrebbe voluto, ma del quale ha subito approfittato).
    Io quello che vedo sulla scena mondiale è un cambiamento di rotta portato dall'attentato alle Torri gemelle (e la verità non la sapremo mai proprio per "i segreti"): da quel momento tutti i governi hanno dovuto sottostare al ricatto della maggiore sicurezza e dell'investimento nella "difesa". Saranno un caso le minacce di questi giorni dei terroristi in Germania? (così come era avvenuto in Spagna colpendo le ferrovie, alla soglia dell'elezioni che hanno poi visto vincere Zapatero, non credendo alle accuse nei confronti dell'ETA).
    Quindi, secondo me, non erano sbagliate le scelte di un governo Prodi (se dobbiamo fare nomi per il confronto) favorevole all'euro (prima del 2000): l'allontanamento successivo è avvenuto nel constatare che anche un centro-sinistra appoggiava una politica di militarizzazione; come esempio di economia, però, guardo ai dati in attivo dell'Alitalia durante la presidenza Prodi (quello che è avvenuto dopo è un'altra storia!), o ai tempi dell'IRI che era, comunque, un istituto per la ricostruzione industriale di origine mussoliniana, a salvataggio di banche e aziende annesse&connesse, ora cessata (e tralasciamo l'affare SME ostacolato da Berlusconi, ai tempi di Craxi).
    Comunque tu parli bene, perchè alla fine sarà questo che farà cambiare le cose: la lotta per l'ambiente in cui viviamo, e per le cose che ci fanno "mangiare"!

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  7. @Angustifolia
    Tantissima carne al fuoco!
    Tenterò di risponderti su qualche punto.

    Anch'io come te, pensavo che ci fossero gli USA che tramssero per mantenere la loro supremazia economica sul resto del mondo, Europa in primis. Le cose però, sembra che non stiano così. La famiglia Bush era riuscita a costituire un establishment politico-finanziario non certo limitato agli USA, e che sicuramente includeva gente come Bin Laden, noto amico intimo della famiglia Bush, la dinastia saudita, e certamente importanti banchieri e finanzieri europei e giapponesi: per svolgere la sua funzione di vero governo mondiale, non doveva escludere nessuno di coloro che contavano. Qui, quindi non c'è una lotta degli USA contro il resto del mondo, ma la manipolazione sistematica dell'informazione per far credere che certe politiche avessero giustificazioni tali da ottenere il consenso delle varie popolazioni del mondo più sviluppato. Obama oggi, si confronta proprio con questo coagulo di potere illegale che tenta ogni momento di soffocarlo, e certo non vorrei essere nei suoi panni.

    La politica di Prodi e di tanti altri europeisti convinti era certamente giusta, ed io la condivido pienamente. Ciò che resta di benessere economico in questo paese lo dobbiamo proprio all'aver adottato l'euro, come quel poco di democrazia che è rimasto la dobbiamo al fatto di essere dentro la UE: su questo non avrei dubbi. E questo è vero, anche scontando le trame che poteri di ogni tipo tentano di sviluppare anche all'interno della stessa UE. ne cito una palese, come le decisioni europee nel campo agro-alimentare, non in grado di opporsi efficacemente agli ogm, e la sistematica messa in pericolo della biodiversità e della specificità alimentare, costringendo produzioni artigianali, che hanno mostrato la loro innocuità dal punto di vista igienico nel corso di secoli, a sottostare a una stupida normativa igienista che ne comprometteva la stessa specificità. In Europa, come altrove, i grossi interessi finanziari tentano di prevalere, ma almeno ci sono strumenti per opporsi: almeno, abbiamo la possibilità di lottare contro con una ragionevole probabilità di vincere!

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  8. Sì, l'America ha chiamato a raccolta altri, ma lo scopo primo è sempre stato quello di combattere il comunismo (guerra fredda) e, una volta eliminato, far credere che il pericolo fosse rappresentato dall'islam - di cui si è servito (quei paesi situati nell'asse di raccolta petrolio, droga etc.): tutti i focolai di guerra che ci sono sparsi in giro... è veramente pazzesco!

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  9. @Angustifolia
    Qui però parliamo di eventi che seguono la guerra fredda. Non so se ricordi come si pose subito il problema di un mondo monopolare, cioè gli USA non controbilanciati da nessun'altro. E' proprio in questo scenario che gente come Bush padre e Cheney e tanti altri capitalisti da un po' tutto il mondo hanno deciso che era il momento di dare il potere mondiale non all'ONU, neanche agli USA, ma a loro stessi mediante associazioni di tipo sostanzialmente mafioso: manipolare l'informazione sistematicamente per potersi spartire agevolmente e con comodo le ricchezze mondiali. Il dramma è che ci sono anche riusciti! Le vicende di oggi si iscrivono ancora nella stessa sfera: pensa alla vergognosa vicenda del virus A H1N1 e dei vaccini che stanno vendendo in tutto il mondo con un fatturato globale delle aziende farmaceutiche coinvolte dell'ordine delle decine di miliardi di dollari, una cifra così grande da essere difficile persino da immaginare (centinaia di volte più della più grossa vincita del superenelotto, e un milione di volte più del reddito medio annuo nel mondo sviluppato).

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